Crisi euro e crollo mercati azionari

Un cortocircuito finanziario e valutario di proporzioni, dimensioni e gravità rilevanti. Questo è quello che da qualche mese a questa parte rischia tutta l’Eurozona. Sono molte le variabili, non solo di natura speculativa, che premono nella direzione per cui l’euro non sia più la moneta rappresentativa di Paesi, quelli europei appunto, che sono tra di loro diversi, troppo diversi.

Da un lato c’è il rigore della Germania, dall’altro la situazione disastrata e disastrosa della Grecia che ora, stando alle ultime notizie, mira a indire un referendum popolare per conoscere la posizione dei cittadini in merito alle nuove tranche di aiuti che, provenienti dal Fondo Monetario Internazionale e dall’Unione Europea, dovranno scongiurarne il default.

Crisi euro e debiti sovrani

Creare in Europa una rete di protezione tale da soffocare ogni tentativo di speculazione sia sull’euro, sia sui debiti sovrani dei cosiddetti Paesi periferici dell’Eurozona. Questo è quanto, già da tempo, ai piani alti di Bruxelles stanno cercando di mettere a punto.

Purtroppo però le risposte della politica sono decisamente più lente di quelle che sono le dinamiche dei mercati azionari e valutari, ragion per cui tra i veti incrociati, e l’opposizione ad oltranza, l’Europa rimane ancora priva di strumenti tali da difendere una moneta unica dalla quale è impensabile, pena un effetto domino dirompente, che qualche Paese possa uscirne.

Nuova recessione economica in atto secondo Roubini

I timori di una nuova recessione economica che nel corso degli ultimi giorni hanno fatto registrare un pesante ribasso in tutte le principali piazze del mondo sono fondati, almeno stando a quanto sostiene Nouriel Roubini.

Le dichiarazioni rilasciate nel corso di un’intervista pubblicata sul quotidiano La Repubblica non lasciano dubbi, Roubini ha infatti espresso un forte pessimismo per la situazione attuale, in particolare ha affermato che l’economia statunitense ha già iniziato a rallentare, mentre in Europa la recessione interessa già ben 5 stati, ossia Grecia, Irlanda, Portogallo, Italia e Spagna.

Euro in calo sul dollaro dopo dati occupazione USA

Dopo aver superato ieri quota 1,34, l’euro torna a perdere terreno nei confronti del dollaro raggiungendo i livelli minimi degli ultimi cinque giorni. A spingere in alto il biglietto verde è stata soprattutto la diffusione dei dati sull’occupazione statunitense, che mostrato una netta ripresa del mercato del lavoro a dicembre 2010.

Il cambio euro dollaro, in particolare, nel corso del pomeriggio si è attestato a 1,3169, ovvero il valore più basso dal 29 dicembre, per poi raggiungere quota 1,3182, in calo dello 0,95%.

Composizione portafoglio per investire nei titoli di Stato

Alla luce della crisi del debito sovrano causata dall’elevato deficit di alcuni paesi europei, costretti a ricorrere agli aiuti da parte dell’Unione europea e del Fondo Monetario Internazionale, gli esperti si mostrano concordi nel ritenere che in un periodo incerto e difficile come quello attuale è d’obbligo investire diversificano il proprio portafoglio di investimenti.

In attesa che la situazione generale torni ad essere sufficientemente stabile da consentire previsioni sufficientemente attendibili almeno in relazione al breve periodo, chi intende puntare i propri risparmi sui titoli di Stato deve stare ben attendo ad operare un’attenta diversificazione.

Deficit paesi europei 2009, il primato alla Grecia

In base ai dati diffusi dall’Eurostat è la Grecia il paese europeo ad avere avuto il deficit più alto in relazione all’anno 2009, durante il quale il deficit si è attestato al 15,4% e il debito pubblico al 126,8%, in altre parole i valori più alti di tutta l’Unione europea.

In base a quanto riportato dall’istituto di statistica europeo, in particolare, il rapporto deficit/pil greco è stato pari a -5,7% nel 2006, a -6,4% nel 2007, a -9,4% nel 2008, per poi arrivare al -15,4% nel 2009.

Euro in rialzo ma volatile per timori Irlanda

L’euro registra una lieve ripresa dai minimi di sei settimane nei confronti del dollaro, anche se la situazione resta ancora instabile e incerta a causa de timori relativi alla crisi del debito sovrano in Europa. In questo momento, in particolare, l’attenzione è focalizzata sull’Irlanda che secondo alcune fonti potrebbe ottenere a breve aiuti da parte dell’Unione europea.

L’Irlanda continua a ribadire di non aver alcun bisogno di aiuti esterni, nonostante questo alcune fonti europee continuano a parlare di un imminente intervento, anche se secondo le indiscrezioni si tratterebbe di una forma di sostentamento che non porterebbe ad una riduzione degli eventuali rimborsi dei titoli detenuti dagli investitori.