Exor risultati e dividendo esercizio 2012

Exor ha archiviato l’esercizio 2012 con un utile consolidato in calo a 398,2 milioni dai 504,2 milioni del 2011, una flessione causata dal decremento della quota delle partecipate, dai minori dividendi da partecipazioni e dall’incremento degli oneri finanziari netti.

Per contro, hanno registrato un aumento di 15,8 milioni di euro le plusvalenze nette realizzate nell’esercizio, a cui si aggiungono altre variazioni nette positive per 23,4 milioni di euro. Il patrimonio netto consolidato attribuibile ai soci della controllante è risultato in aumento di 761 milioni a 7.164,4 milioni, mentre la posizione finanziaria netta consolidata è passata a -525,9 milioni dai -325,8 milioni a fine 2011.

Moody’s taglia outlook Cina a negativo

Sulla Cina iniziano a esserci le prime forti preoccupazioni delle agenzie di rating. La settimana scorsa Fitch taglia rating Cina ad A+, evidenziano i rischi legati alla trasformazione del modello economico dell’ex impero celeste che potrebbe avere conseguenze negative sull’economia e sulle finanze pubbliche nel breve periodo. Oggi è arrivata una nuova raccomandazione negativa. Infatti, Moody’s Investor Service ha deciso di tagliare l’outlook sul rating sovrano della Cina a “negativo” da “stabile”. Moody’s ha al momento un giudizio Aa3 sulla Repubblica Popolare Cinese.

Wall Street in forte calo dopo attentato a Boston

Wall Street ha archiviato la seduta in forte calo, con il Dow Jones che ha perso l’1,8% a 14.599,2 punti, registrando così la peggior chiusura dal 7 novembre del 2012. Lo S&P 500 ha perso il 2,3% a 1.552,36 punti, mentre il Nasdaq ha registrato una flessione del 2,4% a 3.216,49 punti.

A pesare in maniera negativa sulla seduta sono stati una serie di fattori, in primis la lettura del Pil della Cina, che si è rivelato essere sotto le attese degli analisti, circostanza che ha aumentato i timori su un possibile rallentamento di quella che è la seconda economia mondiale.

Oro crolla a 1.321 dollari ai minimi da gennaio 2011

Non si ferma il crollo delle quotazioni dell’oro, che stanotte sui mercati asiatici ha toccato un nuovo minimo a due anni a 1.321 dollari l’oncia. Nelle ultime tre sedute il metallo giallo è arrivato a perdere addirittura il 18%, anche se stamattina è in corso un rimbalzo tecnico in area 1.380 dollari l’oncia. La volatilità storica a 50 giorni è più che raddoppiata nel giro di pochi giorni. La banca d’affari newyorkese Goldman Sachs consiglia di andare short sull’oro, anche se la discesa attuale è andata al di là di ogni previsione.

Quarta emissione BTP Italia chiusa in anticipo

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ieri in serata ha comunicato di aver deciso di avvalersi della facoltà di chiudere in anticipo il collocamento della quarta emissione di BTP Italia.

La decisione è stata presa a fronte dell’elevato volume di richieste, che al termine del primo giorno di collocamento hanno sfiorato complessivamente i 9 miliardi di euro. L’elevato interesse degli investitori verso questa tipologia di titoli di Stato ha disatteso le previsioni di alcuni analisti, che ipotizzavano un ammontare collocato per la quarta emissione di BTP Italia pari a circa 7 miliardi di euro.

BTP Italia volume ordini elevato per la quarta emissione

I BTP Italia si confermano uno strumento apprezzato dai risparmiatori. In occasione della quarta emissione di questa particolare tipologia di titoli di Stato, infatti, a sole quattro ore dall’inizio del collocamento sarebbero stati ricevuti ordini per un ammontare complessivo di circa 6 miliardi di euro.

A confermare l’andamento positivo del collocamento nel corso delle prime ore del primo giorno, pur non facendo numeri, Maria Cannata, direttore generale del debito pubblico italiano, che ha definito l’avvio “piuttosto buono” e ha fatto sapere di non temere alcuna ricaduta di tipo politico sull’emissione del nuovo BTP Italia.

Finmeccanica rinviata nomina nuovo presidente

Nel corso della riunione tenuta oggi, l’assemblea di Finmeccanica ha approvato la proposta di Stefano Di Stefano, rappresentante del Tesoro, di rinviare all’assemblea per l’approvazione del bilancio che si terrà a giugno ogni decisione riguardante la nomina di un nuovo presidente che andrà a sostituire Giuseppe Orsi e del nuovo consigliere che invece andrà a sostituire Franco Bonferroni.

L’esigenza di nominare i nuovi vertici, ricordiamo, deriva dagli eventi che hanno interessato la società nel corso degli ultimi mesi, ovvero le dimissioni del consigliere Bonferroni del 21 settembre scorso e quelle del presidente e amministratore delegato Orsi il 15 febbraio scorso in seguito alle indagini giudiziarie sulla commessa di 12 elicotteri all’India.

RCS presenta nuovo piano industriale

All’indomani della riunione del Consiglio di amministrazione per l’approvazione dei risultati realizzati nel corso del 2012, archiviato con una perdita netta di 509,3 milioni di euro, a Piazza Affari il titolo RCS viaggia in territorio negativo, nonostante la presentazione questa mattina alla comunità finanziaria del piano industriale 2013-2015.

Il nuovo piano punta soprattutto ad uno sviluppo del business digitale sia in Italia che in Spagna, che dovrebbe garantire la crescita e i margini. I ricavi digitali sono infatti previsti in aumento da 142 a 310 milioni di euro, mentre al contrario i ricavi derivanti da attività tradizionali caleranno da 1,37 a 1,19 miliardi.

Dollaro sotto quota 98 yen dopo deludenti dati macro cinesi

Stamattina prosegue il rimbalzo dello yen, iniziato venerdì quando sui mercati finanziari sono scattate le prese di beneficio dopo diversi giorni chiusi consecutivamente in rialzo. La moneta nipponica è favorita temporaneamente dal minore appetito per il rischio degli investitori, sorpresi dalla battuta d’arresto della Cina relativamente al pil e alla produzione industriale. Infattti, nel primo trimestre del 2013 il pil della Cina è cresciuto “solo” del 7,7% su base annua, sotto le stime degli analisti che si aspettavano una crescita dell’8%. Nel quarto trimestre del 2012 il pil era aumentato del 7,9%.

Manovra monetaria BoJ spinge l’euro al rialzo

Il mercato valutario è senza dubbio quello più frizzante in questa fase, caratterizzata da un costante interventismo delle banche centrali. La leva monetaria è lo strumento più in voga del momento: già dopo lo scoppio della crisi finanziaria del 2008 Fed, BoE, Bce e BoJ hanno immesso nel sistema una montagna di liquidità per evitare il peggio, ma allo stesso tempo hanno dato vita a una “guerra valutaria” dove vince chi riesce a svalutare di più la propria moneta. Il Giappone sta facendo la parte del leone.