Corona Norvegese, diminuiscono le pressioni al ribasso

Anche se la discesa continua, sembra che ora non sia più così intensa come era prima nel 2013, ma persistono in ogni caso le pressioni ribassiste sulla Corona Norvegese. >Investire in Brasile, probabile rafforzamento del Real

La divisa scandinava è reduce dal deprezzamento di oltre il 12 per cento fatto segnare lo scorso anno nei confronti dell’euro. A gennaio ha segnato una nuova flessione dello 0,8% rispetto alla moneta unica europea andando a testare i minimi dal 2009 dicono a Rbs bank. Nonostante la forte flessione dell’ultimo anno, complice principalmente l’attenuarsi delle tensioni nell’area euro che hanno ridotto gli afflussi verso la valuta norvegese percepita come asset rifugio, la Corona Norvegese risulta ancora sopravvalutata. Basandosi sulla parità del potere d’acquisto calcolata dall’Ocse, che prende come base il Dollaro Usa, la Corona Norvegese risulta ancora sopravvalutata del 26% rispetto al dollaro statunitense.

Multa alle banche dalla Commissione Europea

La marcata discesa della valuta locale sta iniziando ad avere qualche effetto beneficio sull’economia norvegese che dovrebbe archiviare il 2013 con una crescita di solo l’1,8% dopo il quasi +3% del 2012. Secondo le ultime stime dell’ufficio di statistica di Oslo quest’anno dovrebbe esserci una lieve accelerazione economica con Pil a +2,1%. Il nuovo premier Erna Solberg, uscita vincitrice dalle elezioni dello scorso autunno, ha subito voluto un deciso aumento della spesa pubblica per infrastrutture e sicurezza. Inoltre la Solberg punta a rendere più competitive le imprese del Paese puntando anche su una minore pressione fi scale. A destare crescenti preoccupazioni è lo sgonfi arsi più rapido del previsto dei prezzi immobiliari dopo il boom degli ultimi 5 anni. Rispetto ai livelli dello scorso agosto i prezzi delle case risultano scesi già del 5%. La stessa Solberg ha posto l’accento sul fatto che lo sgonfi arsi dei prezzi immobiliari è coinciso con un aumento della disoccupazione nel paese con l’attività nel settore costruzioni che si sta mostrando più debole di quanto preventivato.