
In particolare, gli analisti della banca d’affari statunitense hanno una visione rialzista su cinque materie prime: oro, soia, mais, argento e platino.
In particolare, gli analisti della banca d’affari statunitense hanno una visione rialzista su cinque materie prime: oro, soia, mais, argento e platino.
Ma Monarch è solo una delle tante società in fuga dal capitale di Seat Pagine Gialle. Nei giorni scorsi, infatti, hanno azzerato la loro partecipazione anche Anchorage Capital e Sothic Capital Management, tuttavia in questi casi la decisione è stata presa prima che fosse annunciato il ricorso al concordato preventivo.
Il trend positivo dovrebbe proseguire anche durante il 2013, motivo per il quale alcuni importanti analisti consigliano agli investitori di puntare su tale settore. Figurano tra questi i gestori di Swiss & Global Asset Management, che hanno individuato una serie di motivi per i quali risulta conveniente investire nel biotech.
A rivelarlo è uno studio di Morgan Stanley, secondo cui un apprezzamento della moneta unica europea del 10% comporta una riduzione degli utili delle società quotate del 3% circa.
Il trend positivo dello scorso anno dovrebbe continuare anche durante tutto il 2013, come testimoniato dal rialzo del 4,3% circa messo a segno dallo stesso indice dall’inizio dell’anno ad oggi, tuttavia chi volesse investire in questo settore deve prestare particolare attenzione nella scelta dei titoli su cui puntare.
L’indice azionario americano Dow Jones ha chiuso la seduta di ieri con un progresso dello 0,52% a 13.954,42 punti. L’indice ha toccato un massimo intraday a 13.969,99 punti, ovvero il livello più alto da novembre 2007. Ormai il Dow Jones è a un passo dal raggiungimento di precedenti massimi storici di 14.198,10 punti, toccati a ottobre 2007 poco prima che scoppiasse la bolla dei mutui subprime e avvenisse il crollo dei mercati globali. A spingere al rialzo il listino americano sono stati ieri soprattutto i titoli petroliferi e farmaceutici.
In merito al funzionamento di tale strumento, in particolare, il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso gennaio prevede che la somma destinata ad un investimento possa essere scontata di eventuali disinvestimenti effettuati nello stesso anno e dei disinvestimenti netti dei quattro anni precedenti.
Inoltre, a fronte del restringimento dei criteri di concessione dei mutui da parte delle banche, la domanda dei finanziamenti ha segnato un calo del 45%, mentre le erogazioni si sono addirittura dimezzate. In peggioramento anche due indicatori di salute del mercato immobiliare, ossia i tempi di trattativa e il divario tra richiesta e prezzo effettivo.
Negli ultimi giorni è avvenuta una timida ripresa delle quotazioni dell’oro, che avevano iniziato il nuovo anno con fortune alterne. Lo scorso 4 gennaio i prezzi erano scesi in area 1.625$ l’oncia, sui livelli più bassi da agosto 2012. Da questo momento, però, è avvenuto un rimbalzo tecnico abbastanza robusto con ritorno dei prezzi fino a 1.685$ l’oncia. Stamattina l’oro evidenzia una quotazione di poco superiore a 1.680$ l’oncia. Secondo molte società del settore e broker internazionali il rally dell’oro non è comunque finito.
Il 2013 si è aperto con qualche difficoltà per l’oro, dopo che lo scorso anno è stato il 12-esimo consecutivo di rialzi che ha consentito al metallo giallo di confermarsi come l’investimento più redditizio degli ultimi dieci anni. Negli ultimi mesi del 2012, soprattutto dopo l’annuncio del terzo piano di quantitative easing della Fed a inizio settembre, gli analisti finanziari e gli altri esperti del settore hanno diffuso previsioni quasi trionfalistiche sull’oro. In molti casi il target price è stato fissato a 1.900 dollari o addirittura a 2.000 dollari l’oncia.