Fed, previsti altri rialzi dei tassi

Va ormai dato per certo che la Fed sia pronta ad alzare i tassi di interesse nuovamente nella riunione di febbraio. E che possa farlo altre due volte entro la fine del 2023.

Fed si muove con dati in mano

Dovrebbe essere questa la linea di comportamento intrapresa dal Fomc, il Comitato di politica monetaria della Federal Reserve. Un percorso che sembra ormai stabilito perlomeno sul breve termine, nonostante i mercati possono essere definiti estremamente curiosi su quando la stretta monetaria finirà.

Dicembre scorso si pensava che il livello di tassi da raggiungere fosse quello tra il 5-5,25%. Va detto che gli analisti sembrano ancora dubbiosi su quel che riserverà il futuro: E la motivazione sta nel fatto che sebbene sembri che qualcosa sia in movimento nell’economia, ancora non è chiaro quel che accadrà per la politica monetaria.

Agli analisti appare evidente che le scelte sono dettate dall’incertezza e che causino ancora incertezza. La Fed è palese che si stia muovendo un passo alla volta in base ai dati che riceve. Non si può negare che la stretta messa in atto duri ormai da diverso tempo, anche se l’obiettivo è quello di raggiungere il 2% dell’inflazione.

Un percorso che punta a fare meno danni possibili ma che parla di dati ben specifici. Quelli in mano alla Fed raccontano che la base monetaria e l’offerta di moneta (M1) sono in calo.

Il punto è che altri segnali relativi all’inflazione non sembrano seguire un percorso univoco. L’indice Pce di riferimento della Fed nel il quarto trimestre del 2022 è sceso tanto quanto l’indice dell’inflazione.

Andamento che potrebbe essere solo temporaneo

Il problema sta nel fatto che questa flessione potrebbe essere solo temporanea e che siano le aspettative a contare di più nel brevissimo termine rispetto all’andamento.

La Fed deve scendere a patti con il fatto che al momento le condizioni finanziarie sembrano non voler muoversi in sincronia con la stretta data la politica monetaria. L’indice della Fed di Chicago virgola che coinvolge in sé più di 100 indicatori lungo la cinghia di trasmissione non si trova vicino alla quota zero. Qualcosa che sarebbe dovuto in realtà avvenire proprio per via della stretta monetaria data in maniera così importante e veloce.

Ciò che si ha davanti sembra essere il risultato di mercati che hanno ignorato gli aumenti dei tassi di interesse finora eseguiti. Gli stessi mercati che sono in attesa dei dati relativi all’occupazione. Questi, sembra quasi fatto apposta, saranno resi noti dopo la riunione di politica monetaria della Fed a Febbraio.