
La maggior parte dei titoli contenuti nella lista di Mediobanca sono protagonisti stamane di una buona performance, sulla scia del netto rialzo registrato oggi dai principali indici azionari del listino milanese.
La maggior parte dei titoli contenuti nella lista di Mediobanca sono protagonisti stamane di una buona performance, sulla scia del netto rialzo registrato oggi dai principali indici azionari del listino milanese.
A spingere il titolo al rialzo sono state soprattutto le indiscrezioni di stampa pubblicate questa mattina da Milano Finanza e che parlano di una possibile alleanza strategica nel settore dell’editoria tra il gruppo guidato da Carlo De Benedetti e Sky.
Ad influire negativamente sull’andamento del titolo è soprattutto il difficile contesto macroeconomico che si conferma essere l’ostacolo principale al rilancio del core business dell’azienda.
Al riguardo, in particolare, gli analisti sono concordi nel ritenere che alla base degli elevati volumi di scambi ci siano soprattutto i rumors che parlano di una probabile scissione tra le attività bancarie e quelle relative alle partecipazioni, in modo tale da andare ad eliminare quello che è da sempre visto come un fattore che causa scarsa visibilità sul titolo.
Più nel dettaglio, la società editoriale ha spiegato di non essere a conoscenza di informazioni che possano spiegare tali andamenti, ricordando al contempo di aver avviato attività preliminari volte alla predisposizione di un piano industriale finalizzato a perseguire una maggiore redditività attraverso la focalizzazione in ambito multimediale.
Il continuo rialzo del titolo non si è fermato neanche a seguito del calo generalizzato registrato dagli altri titoli del comparto dopo la pubblicazione dei dati Nielsen riguardanti l’andamento del settore pubblicitario nel corso del primo semestre dell’anno e che hanno evidenziato una flessione per la maggior parte dei settori.
Contestualmente, inoltre, gli esperti hanno comunicato di aver tagliato le stime sull’utile per l’esercizio in corso, soprattutto a fronte della contabilizzazione dei costi di quotazione, a 19,6 milioni di euro dai precedenti 20,7 milioni, corrispondente ad un utile per azione pari a 0,4 euro.
Secondo quanto riferito da Reuters, infatti, nel corso del secondo dei cinque giorni di asta sull’inoptato dell’aumento di capitale da 1,1 miliardi di euro lanciato lo scorso luglio, Fondiaria Sai sarebbe riuscita a cedere 1.153.386 diritti riguardanti azioni ordinarie al prezzo simbolico di 0,0002 euro, che si aggiungono ai 975 diritti venduti nell’asta di ieri.
Tali aste, ricordiamo, sono state fatte slittare alla prima settimana di settembre soprattutto per scongiurare il pericolo che, a causa del periodo di ferie, le banche facenti parte del consorzio di garanzia sarebbero state costrette ad accollarsi gran parte dell’inoptato.
Neanche i monitoraggi della Consob sono riusciti a far luce sui reali motivi che stanno spingendo in alto il titolo del gruppo editoriale, in quanto hanno solo confermato la stragrande prevalenza di scambi infragiornalieri, movimentati soprattutto da Fineco e IWBank, per cui è stata esclusa l’ipotesi che sia in atto una vera e propria scalata.