
Il dossier sulla fusione delle due compagnie assicurative, tuttavia, non è l’unico fascicolo riguardante le società della galassia Ligresti ad essere sul tavolo della Consob.
Il dossier sulla fusione delle due compagnie assicurative, tuttavia, non è l’unico fascicolo riguardante le società della galassia Ligresti ad essere sul tavolo della Consob.
Al momento la società non ha fornito indicazioni certe sulla data fissata per lo sbarco in Borsa, tuttavia sulla base di quanto riferito nel corso delle scorse settimane da una fonte, l’approdo dovrebbe avvenire il 3 maggio prossimo, quindi tra poco meno di un mese.
Secondo quanto riportato da alcune indiscrezioni di stampa, infatti, il management della società francese starebbe seriamente pensando di convocare il Consiglio di amministrazione di Edison per esaminare la situazione finanziaria.
Tra queste la più generosa è senza dubbio Enel, che ha distribuito ai suoi azionisti una cedola di 0,26 euro, ovvero corrispondente ad un rendimento del 10,08% se si tiene conto del prezzo di chiusura di giovedì 5 aprile.
La banca d’affari ha inoltre fatto sapere che prevede per la società specializzata in capi di cachemire una crescita del fatturato nel corso dei prossimi tre anni compresa tra 240 e 356 milioni di euro, mentre l’Ebitda passerà da 40 a 70 milioni di euro e l’Ebitda margin dal 16,5% al 20%. Tutto questo senza contare l’azzeramento del debito dopo l’Ipo.
Più nel dettaglio, tra gli analisti che hanno rating “buy” sul titolo figurano quelli di Equita, che considerano Credem una tra le banche italiane più solide e con la migliore qualità dell’attivo, fattori che la rendono capace di aumentare la sua quota di mercato senza che ne risenta la qualità del credito e la redditività.
Tutto questo senza che ne risenta la solidità patrimoniale del gruppo, la qualità del credito e l’efficienza, inoltre nel perseguire questi obiettivi bisognerà sempre continuare a tenere sotto controllo i costi.
Un valore quest’ultimo che secondo la Consob risulterebbe, almeno allo stato delle conoscenze attuali dell’operazione, coerente con la nozione di prezzo pagato prevista dall’art. 106, comma 2, del TUF.
Ad ipotizzare il delisting della società giallorossa è stato Il Sole 24 Ore, che in un articolo pubblicato oggi ha condizionato tale possibilità al caso in cui non dovesse verificarsi un’adesione all’aumento di capitale da 80 milioni di euro da parte dei soci di minoranza.
Ad annunciarlo è stata una nota diffusa nel corso delle ultime ore e nella quale viene appunto specificato che non si sono verificati entro le ore 24.00 del 3 aprile 2012 eventi comportanti gravi cambiamenti nella situazione politica, finanziaria, economica, valutaria o di mercato, tali da produrre effetti pregiudizievoli sull’offerta e/o di alterare in modo sostanziale la situazione economica, patrimoniale o finanziaria della società emittente rispetto a quelli risultanti dalla relazione trimestrale al 30 settembre 2011.