G-20 non ferma la svalutazione dello yen

La riunione del G-20, tenutasi a Mosca sul finire della scorsa settimana, non ha portato a nessuna critica nei confronti della politica monetaria ultra-espansiva del Giappone. I leader del G-20 hanno concluso il meeting affermando che la guerra delle valute non esiste, anzi secondo Mario Draghi si tratta di un concetto fin troppo eccessivo. A conti fatti il G-20 non ha posto paletti alle strategie del paese del Sol Levante, che continuerà a portare avanti la sua politica di svalutazione competitiva dello yen per combattere la deflazione.

Scampato il pericolo di critiche internazionali, il premier nipponico Shinzo Abe non ha perso tempo e ha rilanciato subito le sue ambizioni nella lotta alla deflazione lanciando un ultimatum alla Bank of Japan. Il leader nazionalista del centro-destra, vittorioso alle elezioni politiche dello scorso 16 dicembre con un’ampia maggioranza, è pronto addirittura a modificare lo statuto della Banca del Giappone se non verrà alzato il target di inflazione al 2% dall’attuale 1%.

ORO AI MINIMI DA AGOSTO 2012 SU FORTE CALO DELLA DOMANDA

Tuttavia, il ministro delle Finanze giapponesi Taro Aso ha affermato che al momento non sono in programma acquisti di titoli di stato esteri, come desidera invece il governo Abe. Sul forex lo yen si è rafforzato su euro e dollaro americano, sebbene resti ancora vicino ai minimi di periodo. Nel frattempo l’attenzione si rivolgerà al successore di Masaaki Shirakawa alla presidenza della BoJ.

GUERRA DELLE VALUTE NON ESISTE SECONDO IL G-7

Il favorito sembra essere Toshiro Muto, 69 anni, ex alto funzionario del ministero delle Finanze, attualmente al Daiwa Institute of Research. Intanto, l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha confermato il rating sovrano del Giappone di AA-, ma anche l’outlook a negativo: ciò vuol dire che c’è una possibilità su tre che il rating possa essere abassato nel prossimo anno fiscale.