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Diversificazione valutaria scelta perdente negli ultimi 12 mesi

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Chi avesse puntato buona parte delle proprie fiche su valute diverse dall’euro negli ultimi 12 mesi, per i timori di un crollo della moneta unica a seguito di un peggioramento della crisi dei debiti sovrani europei, ha senza dubbio fatto un grosso errore. L’euro non solo non è crollato, ma ha anche messo a segno performance di tutto rispetto contro gran parte delle valute più importanti. Ora che le acque sono tranquille, qualche investitore inizia a pensare a una maggiore diversificazione in asset non euro nel caso in cui dovessero tornare le tensioni nell’eurozona.

Il dollaro recupera lo svantaggio sullo Yen giapponese

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Il dollaro americano ha recuperato terreno nel confronto dello yen giapponese, dopo gli affanni registrati negli ultimi giorni. Questo è quanto emerge nel mercato di contrattazione delle monete estere, il cosiddetto Forex. Gli analisti hanno indicato che il recupero della moneta americana è dovuto ad un rimbalzo tecnico. Negli scorsi giorni infatti il dollaro aveva registrato la peggiore perdita nell’arco di 24 ore negli ultimi tre anni. Una perdita inaspettata nei confronti della moneta giapponese, che aveva tenuto botta al dollaro nonostante le notizie pessime provenienti dai mercati asiatici negli ultimi giorni.

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Euro/Dollaro a 1,3370 sui massimi delle ultime 16 settimane

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Non si ferma il rally dell’euro sui mercati valutari. L’exploit della moneta unica è piuttosto singolare, in quanto sta avvenendo in una fase di mercato in cui l’avversione al rischio è in deciso aumento. Basta osservare l’andamento dle borse europee e la risalita degli spread sovrani. Senza contare i timori legati al giudizio della Corte di Karlsrue sulla legittimità del piano OMT della Bce (scudo anti-spread), che finora è stato fondamentale per tenere a bada la speculazione internazionale da eventuali nuovi attacchi sul debito pubblico dei paesi europei più deboli.

Convertibilità diretta yuan-dollaro neozelandese in fase di studio

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La Nuova Zelanda sta intavolando una trattativa con la Cina per decretare la convertibilità diretta tra lo yuan e il dollaro neozelandese. Se l’operazione dovesse andare in porto, Wellington favorirebbe le aziende neozelandesi che vederebbero diminuire sensibilmente i costi legati all’esportazione di prodotti nell’ex impero celeste. La trattativa con Pechino sarebbe stata già avviata da qualche tempo, come confermato anche dal primo ministro neozelandese John Key. La convertibilità diretta permetterebbe agli esportatori down-under di convertire yuan o dollari neozelandesi senza passare prima per il dollaro americano.

Come investire sulle valute legate alle commodity nel 2013

commodity

Vengono chiamate commodity currencies, ovvero valute legate all’andamento dei prezzi delle commodity. Dopo un boom ultradecennale, il trend rialzista delle materie prime si è bruscamente fermato, creando volatilità su numerose commodity come l’oro, il petrolio e il rame. Alcune valute sono molto influenzate dall’andamento di queste materie prime, in quanto appartenenti a paesi che costruiscono buona parte del loro successo economico sulle esportazioni di commodity. Le principali commodity currencies sono il dollaro australiano, il dollaro neozelandese, il dollaro canadese e la corona norvegese.

dollaro americano

Fattori che influenzano l’andamento del dollaro

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Spesso coloro che si avvicinano al Forex trading di valute, non sono coscienti di quello che bisogna avere ben presente per poter operare senza sorprese. La prima cosa da prendere in considerazione è quella di tenere ben chiaro che il mercato Forex è regolato, e quindi dipende, da tantissimi fattori.

E’ consuetudine prendere come riferimento due fattori su tutti: l’analisi tecnica e quella fondamentale. Per poter capire bene il Forex, e quindi non imbattersi in sorprese, è opportuno anche monitorare ciò che succede nel mondo, e quindi avere sempre ben chiare quelle che sono le notizie internazionali che arrivano ogni giorno; focalizzando l’attenzione principalmente sugli eventi che possono andare ad influenzare il Dollaro americano a confronto con la moneta unica europea.

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Yen sui massimi a due mesi con sell-off dei mercati

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I continui ribassi della borsa di Tokyo, la debolezza dei mercati azionari europei e l’inizio della fase di correzione a Wall Street stanno favorendo l’ascesa dello yen, che storicamente tende ad apprezzarsi nei momenti di maggiore turbolenza sui mercati e quando le borse evidenziano robusti sell-off. Il clima di appetito per il rischio è in costante diminuzione e iniziano anche ad aumentare i timori di un flop dell’Abenomics, ovvero il programma di politica economica voluto dal premier nipponico Shinzo Abe per rilanciare l’economia del Giappone.

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Sterlina sopra 1,54 dollari grazie a miglioramento economia britannica

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E’ un momento molto positivo per la sterlina, che sul forex continua a evidenziare grande forza grazie ai buoni dati macroeconomici pubblicati di recente. Ieri l’indice Pmi dei servizi in Gran Bretagna e è salito a quota 54,9 punti nel mese di maggio, quando invece il mese precedente l’indice si attestò a 52,9 punti. Il risultato è stato anche migliore delle attese degli analisti finanziari, che si aspettavano solo un leggero miglioramento a 53 punti. Sul forex il tasso di cambio sterlina/dollaro è volato sopra 1,54.

Cambio euro/dollaro pronto al breakout di 1,31

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Negli ultimi giorni sul forex abbiamo assistito a un ritorno della forza della moneta unica nei confronti delle major currencies, in attesa del meeting della Bce di domani. Il tasso di cambio euro/dollaro è riuscito a tornare in area 1,31, sui livelli più alti da quasi un mese. Finora i venditori sono stati in grado di respingere gli assalti dei compratori, proprio su questo importante livello tecnico. Tuttavia, potrebbe essere in atto una fase di accumulazione sotto i top di periodo, che a breve potrebbe portare al breakout di 1,31.

Cambio dollaro/yen perde quota 100 ai minimi da 4 settimane

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Il tasso di cambio dollaro/yen è tornato sotto quota 100 per la prima volta dallo scorso 9 maggio. Il cross Usd/Jpy è crollato fino a 98,85, sui livelli più bassi da oltre 4 settimane. Il dollaro crolla sul forex dopo Ism manifatturiero deludente: il sell-off generalizzato del biglietto verde ha spinto il cambio sotto la soglia psicologica di 100, creando i presupposti per una robusta correzione dei prezzi. Tuttavia, stamattina il Nikkei ha chiuso con un rialzo del 2% e ha favorito il ritorno del cambio sopra quota 100.