Sterlina non tornerà sopra 1,50 dollari secondo Merrill Lynch

Uno dei temi di maggiore interesse sul mercato valutario è senza dubbio la crisi della sterlina, che da inizio anno perde quasi il 10% nei confronti del dollaro americano e il 7,5% nei confronti dell’euro. La debolezza della valuta britannica riflette quella dell’economia di Sua Maestà, che rischia ancora una volta di finire in recessione. Gli ultimi dati macroeconomici evidenziano uno stato di salute pessimo dell’economia britannica. Ieri anche la produzione industriale è risultata in calo e inferiore alle aspettative.

La sterlina risente della debolezza economica del Regno Unito, ma anche dell’impatto negativo che hanno avuto finora altre variabili-chiave. In primis c’è il taglio del rating di Moody’s, che ha tolto al paese il prestigioso fregio del giudizio Tripla A. Londra non viene considerata più un porto sicuro, sebbene l’indice azionario FTSE100 sia ormai su livelli che non si vedevano da ben 5 anni.

REGNO UNITO: RATING TRIPLA A TAGLIATO DA MOODY’S

L’azionario va molto bene, favorito proprio dalla debolezza della sterlina che fa correre i titoli che sono caratterizzati da una forte presenza sui mercati internazionali. Tuttavia, il basso rating, la crisi economica senza fine, le finanze pubbliche in disordine sono tutti fattori che remano contro l’andamento della sterlina. Inoltre, gli investitori si aspettano che la Bank of England possa a breve annunciare l’aumento del piano di stimolo monetario a 400 miliardi di pound.

STERLINA AI MINIMI DA GIUGNO 2010 SOTTO 1,49 DOLLARI

Tecnicamente il tasso di cambio sterlina/dollaro resta inserito all’interno di un solido trend ribassista di medio periodo. Ieri è stato toccato il minimo più basso da due anni e mezzo a 1,4830. Secondo gli esperti di Merrill Lynch, il cable non riuscirà a tornare facilmente sopra 1,50. Sul forex il cambio ha una proiezione di medio termine a 1,4750 prima e 1,4250 poi.