Obbligazioni e azioni ad alto dividendo

In questo periodo gli investitori si trovano a dover scegliere se optare per cedole sicure ma a basso rendimento (corporate bond o obbligazioni societarie) oppure decidere di puntare a dividendi elevati ma al tempo stesso più rischiosi (azioni). Secondo gli analisti entrambe queste alternative dovrebbero essere incluse nel proprio portafoglio finanziario, al fine di diversificarlo nella giusta maniera, visto che in entrambi i casi sono presenti vantaggi e svantaggi.

Ma andiamo ad esaminare nel dettaglio quali sono le migliori occasioni che si presentano in Italia. Sul fronte dei prestiti societari vanno segnalati senza dubbio i bancari, dove in cima alla lista compare l’obbligazione con scadenza febbraio 2015 di Banca Monte dei Paschi di Siena che offre una cedola del 3,40%

Rating Edison tagliato da Moody’s

Moody’s ha rivisto al ribasso il rating “unsecured” di Edison portandolo a Baa3 da Baa2, anche se al contempo ha deciso di riportare l’outlook da negativo a stabile.

La decisione è attribuita in larga parte alle deboli prospettive di crescita relative all’intero comparto energetico italiano, una situazione che secondo l’agenzia rende improbabile un miglioramento del profilo finanziario delle società nel medio termine. Da qui la decisione di effettuare il downgrade, soprattutto in relazione al fatto che le attuali convinzioni sono del tutto incompatibili con i parametri richiesti per il precedente rating Baa2.

Probabile aumento di capitale Miss Sixty

La voglia di far crescere velocemente la società investendo in negozi, acquisizioni e posizionamento sul mercato ha provocato l’effetto contrario, soprattutto perchè la crisi ha colto di sorpresa un’azienda che inizialmente si prefigurava come una delle grandi promesse del Made in Italy, senza contare un fastidioso contenzioso fiscale che ha costretto ad un esborso di 23 milioni di euro.

Stiamo parlando di Miss Sixty che, nonostante non si sia ancora lasciata il peggio alle spalle, sta lavorando insieme alle banche per cercare di recuperare la situazione.

Cambio euro dollaro massimo di breve periodo

Come abbiamo avuto modo di vedere negli scorsi giorni, il dollaro sta accusando seriamente il colpo, soprattutto nei confronti dell’euro, che continua a guadagnare terreno nel cambio con il biglietto verde.

Nonostante la resistenza di 1,4371 sembrasse così lontana, ora il cambio euro dollaro sta per raggiungerla, infatti l’ultimo valore del cross era superiore alla fatidica soglio di 1,40, con un valore attuale pari a 1,4090.

Trimestrale JP Morgan luglio settembre 2010

JP Morgan ha chiuso il terzo trimestre 2010 con utili in crescita del 22% a 1,01 dollari per azione, un risultato superiore alle aspettative (ferme a 0,90 dollari per azione) e che è stato reso possibile soprattutto grazie alle basse perdite su crediti e alle divisioni retail e carte di credito. Nello stesso periodo dello scorso anno la seconda banca americana aveva registrato un utile per azione di 0,82 dollari.

Se lo si considera in termini assoluti, invece, l’utile del trimestre si è attestato a 4,4 miliardi di dollari mentre i ricavi sono stati pari a 24,3 miliardi. Di questi, in particolare 5,4 miliardi sono arrivati dall’investment bank, 7,6 miliardi da servizi finanziari retail e 4,3 miliardi dalle carte. Il Tier I al 30 settembre 2010 è risultato essere pari a 9,5%.

Previsioni andamento small cap

Nell’ultimo anno sulle principali Borse mondiali si è verificata una strana inversione di tendenza in forza della quale le small cap hanno registrato performance sorprendenti, secondo gli esperti per merito di uno scenario di lenta ripresa in cui le piccole e medie società hanno approfittato della loro posizione da leader nel mercato di appartenenza.

Oltre a prendere atto del trend positivo, gli esperti si sono mostrati d’accordo nel ritenere che con ogni probabilità questo particolare andamento andrà avanti anche nei prossimi mesi, seppur in tono minore rispetto all’ultimo semestre.

Aumento di capitale Standard Chartered

Standard Chartered ha lanciato un aumento di capitale di ammontare complessivo pari a 3,26 miliardi di sterline, pari a circa 5,16 miliardi di dollari, nel tentativo di migliorare la propria posizione patrimoniale in modo tale da essere in regola con le nuove norme sul sistema bancario sancite da Basilea 3, che tra i vari obiettivi prevedono quello del raggiungimento di un rapporto del 7% tra patrimonio gestito e capitale a disposizione.

A confermarlo lo stesso comunicato tramite cui è stato annunciato l’aumento di capitale, in cui si legge che “l’emissione azionaria consentirà al gruppo di rispettare le regole di Basilea III sul countercyclical buffer e sui requisiti di capitale indirizzate agli istituti di importanza sistemica

Convertire mutuo e prestiti in un unico finanziamento

Chi sta rimborsando il mutuo e al tempo stesso anche uno o più prestiti può scegliere di inglobarli tutti in un unico finanziamento, una scelta che però gli esperti consigliano solo a chi è in grave difficoltà. Se è vero che questa opzione consente di alleggerire la rata mensile è anche vero che aumenta di non poco la spesa complessiva.

L’ipotesi è quella di un mutuo che ha 100.000 euro di debito residuo da estinguere in 20 anni, per una rata mensile di 660 euro, un prestito di 20 mila euro con un tasso al 9% per cinque anni per l’acquisto dell’auto, per una rata mensile di 415 euro, e un finanziamento a 7 anni per 15 mila euro per acquisto di mobili, per una rata 256 euro al mese. In questo caso, dunque, la spesa mensile complessiva ammonta a 1.331 euro.

Bpm offerta 156 milioni per Monte Parma

Il CdA della Banca Popolare di Milano ha dato l’ok per l’acquisizione del 51% di Banca Monte Parma.

L’offerta presentata da Bpm alla fondazione che controlla la banca emiliana è di 156 milioni di euro, ossia un prezzo leggermente più alto rispetto al valore di mercato, dato che gli analisti valutavano Monte Parma 300 milioni di euro, cioè 4,5 milioni di euro a sportello.

Société Générale promuove Intesa Sanpaolo e boccia Unicredit

Société Générale ha alzato il rating su Intesa Sanpaolo portandolo da “hold” a “buy” ma allo stesso tempo ha declassato un’altra importante banca italiana. Stiamo parlando di Unicredit, il cui rating è stato portato da “hold” a “sell”.

La banca d’affari francese ha motivato la sua decisione spiegando che, a suo avviso, nell’ultimo periodo il mercato ha sopravvalutato alcuni potenziali rischi di Intesa Sanpaolo, al contrario la banca è riuscita a lavorare bene e a conferire ulteriore valore sia alle sue attività che all’istituto in sè, andando così a creare delle solide basi che le dovrebbero consentire di continuare a distribuire dividendi ai suoi azionisti.