
Durante il vertice tenuto ieri a Bruxelles, infatti, i capi di Stato dei paesi della zona euro sono riusciti ad arrivare ad un accordo per la svalutazione su base volontaria del 50% dei titoli di Stato greci detenuti dai creditori privati.
Durante il vertice tenuto ieri a Bruxelles, infatti, i capi di Stato dei paesi della zona euro sono riusciti ad arrivare ad un accordo per la svalutazione su base volontaria del 50% dei titoli di Stato greci detenuti dai creditori privati.
A preoccupare è soprattutto il disaccordo dei vari stati membri sulla possibilità di procedere ad un potenziamento del fondo salva Stati Efsf.
Ad influire negativamente sulla divisa europea sono soprattutto i dubbi in merito alla possibilità che i vertici europei riescano ad arrivare ad un accordo capace di debellare definitivamente la crisi del debito sovrano che sta creando seri danni all’economica europea, o quantomeno di limitarne il più possibile gli effetti negativi.
A spingere al rialzo la divisa europea sono soprattutto le attese in merito alla concreta possibilità che decisioni più significative vengano prese nel corso della riunione che si terrà mercoledì prossimo, così come anticipato nei giorni scorsi dal ministro delle Finanze tedesco.
Ieri è infatti stata annunciata la sospensione delle trattative in merito all’ipotesi di potenziamento del fondo salva stati, circostanza che riduce ulteriormente la possibilità che un accordo efficace venga preso nel corso del vertice in programma nel corso del fine settimana.
A favorire la risalita della divisa europea sono anche le voci che parlano di un ingente ordine da parte di un fondo sulla piazza newyorkese, tuttavia nonostante il lieve recupero gli analisti ritengono che a breve si verificherà un nuovo calo dell’euro.
Nel corso della conferenza stampa tenuta ieri a Dusseldorf, infatti, Schaeuble ha affermato che nel corso della riunione in programma per il 23 ottobre difficilmente i leader europei individueranno e adotteranno di comune accordo delle misure capaci di debellare in maniera definitiva l’attuale crisi.