Euro ai minimi da quattro mesi per timori Portogallo

I timori relativi alla crisi del debito sovrano continuano a mettere sotto pressione l’euro, che stamani è sceso a quota 1,2860 dollari, ossia uno dei livelli più bassi registrati negli ultimi quattro mesi.

Secondo gli analisti la causa di questo forte ribasso della moneta unica è da ricercare nella vulnerabilità derivante dalle preoccupazioni sulla tenuta delle finanze pubbliche di alcuni paesi europei, tra cui soprattutto Portogallo, Spagna e Italia, che in settimana ricorreranno ai mercati per finanziare i propri debiti.

Euro in calo, pesa ancora la crisi del debito sovrano

Continua imperterrita la discesa dell’euro per i timori legati alla crisi del debito sovrano, oggi infatti la moneta unica è calata a 1,2960 dollari, ossia il livello più basso degli ultimi quattro mesi.

Ad influire in maniera negativa ancora una volta le preoccupazioni sui rischi che corre l’economia europea per via dei problemi di deficit di alcuni suoi paesi e che hanno causato un ampliamento dei rendimenti dei bond dei paesi periferici rispetto ai benchmark tedeschi.

Euro in calo sul dollaro dopo dati occupazione USA

Dopo aver superato ieri quota 1,34, l’euro torna a perdere terreno nei confronti del dollaro raggiungendo i livelli minimi degli ultimi cinque giorni. A spingere in alto il biglietto verde è stata soprattutto la diffusione dei dati sull’occupazione statunitense, che mostrato una netta ripresa del mercato del lavoro a dicembre 2010.

Il cambio euro dollaro, in particolare, nel corso del pomeriggio si è attestato a 1,3169, ovvero il valore più basso dal 29 dicembre, per poi raggiungere quota 1,3182, in calo dello 0,95%.

Dollaro in rialzo contro lo yen, euro tiene e supera 1,34

Le previsioni ottimiste che parlano di una notevole ripresa dell’economia statunitense nel corso del 2011 hanno fatto schizzare in alto il dollaro, soprattutto nei confronti del dollaro australiano e dello yen, basti pensare che nel corso della mattinata durante gli scambi europei il cambio dollaro-yen ha raggiunto quota 82,28 euro, il cambio più alto dal 29 dicembre, guadagnando così lo 0,47%.

A spingere al rialzo il dollaro sono state soprattutto le dichiarazioni dell’Institute for Supply Management, il quale ha comunicato che l’aumento dell’indice manifatturiero a dicembre si è attestato a 57,0, in linea con le previsioni.

Euro in calo dopo annuncio revisione rating Portogallo

In mattinata l’euro ha raggiunto quota 1,32 dopo che le autorità cinesi si sono dette pronte a fornire il loro aiuto all’Europa nel caso in cui questa avesse bisogno di sostegno per far fronte alla crisi debito sovrano di alcuni suoi paesi.

L’effetto derivante dalle parole delle autorità cinesi è stato però ben presto vanificato dall’annuncio di Moody’s, che ha fatto sapere di aver messo in revisione il rating a lungo termine “A1” del Portogallo e quello a breve termine “Prime-1” per via di un possibile downgrade.

Pure FX, la nuova piattaforma per il forex

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal alcune tra le più importanti banche del pianeta attive nel mercato del trading valutario stanno mettendo a punto un piano che dovrebbe consentire loro di recuperare quanto perso nel corso dei mesi passati.

Il quotidiano, che cita fonti a conoscenza della situazione, ha spiegato che il progetto pianificato dalle banche prende il nome di Pure Fx e prevede la costruzione di una nuova piattaforma di negoziazione indipendente da EBS.

Euro prima in perdita e poi in recupero dopo annuncio Trichet

Dopo l’intervento del presidente della Banca centrale europea, Jean Claude Trichet, che ha negato un aumento degli acquisti di bond da parte della Bce, l’euro ha registrato una lieve perdita nei confronti del dollaro, per poi risalire subito dopo la pubblicazione dei dati sulle case in vendita negli Stati Uniti.

Il leggero calo è stato ricondotto alla delusione delle aspettative da parte degli investitori, che attendevano un aumento del piano di acquisto dei bond, anche se un analista di Commonwealth Foreign Exchange ha spiegato che si trattava di attese sostanzialmente prive di fondamento dal momento che Trichet non ha mai fornito indicazioni su un aumento degli acquisti di bond da parte della Bce.

Euro in calo per timori crisi debito sovrano

L’euro ricade sotto 1,33 dollari, un calo ricondotto ancora una volta alla crisi del debito sovrano, alla luce dell’elevata probabilità che dopo Grecia e Irlanda tocchi al Portogallo ricorrere al fondo di emergenza predisposto dall’Unione europea.

A sostenerlo non solo lo stesso ministro delle Finanze portoghese, che alcuni giorni fa aveva definito altamente probabile la possibilità che il Portogallo ricorresse agli aiuti da parte dell’Unione europea, ma anche da una notizia riportata dal Financial Times Deutschland, che citando fonti bancarie tedesche afferma che i paesi membri dell’Unione europea e la Banca centrale europea stanno facendo di tutto per convincere Lisbona a ricorrere agli aiuti, al fine di tentare un salvataggio indiretto della Spagna.

Investire nelle valute rifugio

Nonostante il piano di salvataggio dell’Irlanda è stato approvato dall’Unione europea, la debolezza dell’euro persiste e la volatilità del cambio probabilmente rimarrà elevata anche nel corso dei prossimi mesi, soprattutto per via dell’elevato rischio che ben presto anche il Portogallo sarà costretto a ricorrere agli aiuti dell’Ue.

Per questo motivo, dunque, in questi periodi di incertezza gli investitori preferiscono puntare sulle cosiddette valute rifugio, che a prescindere dai loro rendimenti rappresentano un porto sicuro per investire i propri soldi.

Euro beneficia decisione Irlanda, dollaro in calo dopo dati Usa

Il cambio euro dollaro si riporta quota sopra 1,35 dopo il calo del dollaro ricondotto principalmente alla pubblicazione del dati sui prezzi al consumo di ottobre negli Stati Uniti, da cui è emerso un incremento dell’inflazione inferiore alle attese e una componente core che ha registrato un aumento su base annua al livello minimo da quando esiste la misurazione.

Nel frattempo l’euro si è rafforzato anche grazie anche alla decisione dell’Irlanda di accettare di iniziare a collaborare con l’Unione europea e il Fondo Monetario Internazionale, una decisione interpretata come il primo passo verso il processo che porterà all’accettazione degli aiuti da parte di Dublino.