
In particolare, il 12 giugno 2013 il Tesoro italiano consentirà agli investitori istituzionali e agli investitori privati di acquistare BOT con scadenza 13 giugno 2014 (364 giorni).
In particolare, il 12 giugno 2013 il Tesoro italiano consentirà agli investitori istituzionali e agli investitori privati di acquistare BOT con scadenza 13 giugno 2014 (364 giorni).
Riguardo all’andamento del collocamento, secondo le ultime indiscrezioni le richieste complessive avrebbero già superato i 10 miliardi di euro, mentre il prezzo dovrebbe essere superiore di 0,13 rispetto al rendimento del BTP a 30 anni con scadenza settembre 2040, che ricordiamo tratta al 4,80%.
Il rally dei titoli di stato inizia a preoccupare money manager, economisti e banchieri che temono lo scoppio di una bolla, con il conseguente crollo delle quotazioni come avvenne già nel 1994. Il dito viene puntato contro la politica monetaria ultra-espansiva della Fed, fatta di tassi a zero e di stimoli monetari da 85 miliardi di dollari al mese. La disaffezione verso la politica monetaria adottata da Bernanke è in costante aumento. Ora anche gli hedge funds sembrano voler voltare le spalle alla Fed.
In particolare, questa mattina sono stati collocati BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) a tre anni con scadenza 15 maggio 2016 per un ammontare complessivo di 3,5 miliardi di euro, ovvero il massimo della forchetta prestabilita e che ricordiamo era compresa tra un minimo di 2,5 e un massimo di 3,5 miliardi di euro.
In particolare, sono stati collocati BOT (Buoni Ordinari del Tesoro) a 12 mesi con decorrenza 14 maggio 2013, scadenza 14 maggio 2014 e codice Isin IT0004920077 per un ammontare complessivo massimo di 7 miliardi di euro al rendimento medio dello 0,703%, in calo quindi rispetto allo 0,922% dell’asta di metà aprile. Il rapporto di copertura è passato a 1,161 dal precedente 1,64.
Per quanto riguarda i BTP, verranno offerti sul mercato titoli a tre anni con scadenza 15 maggio 2016 (codice ISIN IT0004917792) e cedola annuale del 2,25%, nonchè BTP a quindici anni con scadenza 1 marzo 2026 (codice ISIN IT0004644735) e cedola annuale del 4,50%. Per quanto riguarda i CCTeu, invece, verranno collocati titoli con scadenza 1 novembre 2018 e tasso annualizzato del 2,117%.
L’investimento sulle obbligazioni resta uno dei più interessanti degli ultimi anni. Nel comparto obbligazionario c’è una nicchia che sta sovraperformando il settore, con un rendimento medio anno del 22% ormai da 4 anni. Si tratta degli high-yield bond, ovvero le obbligazioni societarie ad alto rendimento che presentano potenziali rischi maggiori rispetto ai titoli di stato o alle obbligazioni corporate con rating elevato. Secondo BlackRock non è arrivato ancora il momento di uscire da questa nicchia del mercato dei bond, nonostante il rally sia diventato sempre più robusto nelle ultime settimane.
Nel dettaglio, verranno posti all’asta BOT a 12 mesi con decorrenza 14 maggio 2013, scadenza 14 maggio 2014 e codice Isin IT0004920077 per un ammontare complessivo massimo di 7 miliardi di euro; BOT flessibili con decorrenza 14 maggio 2013 e scadenza 19 dicembre 2013 per un ammontare complessivo di 3 miliardi di euro.
I titoli di stato italiani potrebbero aver corso troppo, andando al di là dei fondamentali economici del paese. L’allarme arriva da Axa Investment Managers e più precisamente da Chris Iggo, numero uno degli investimenti global fixed income del colosso finanziario. Il guru di Axa IM sottolinea che “i rendimenti, sia in Spagna che in Italia e altrove nella periferia euro, sono ancora molto superiori al tasso atteso di crescita del Pil nominale dei prossimi anni”. Gli spread di Italia e Spagna sono ormai ai livelli di inizio 2012.
Il rally dei titoli di stato italiani non accenna a fermarsi. Stamattina la carta italiana continua a essere una delle opzioni preferite degli investitori sul mercato obbligazionario europeo. Nelle ultime due settimaneè avvenuta una drastica riduzione dei tassi, favorita dalla rielezione di Giorgio Napolitano a capo dello Stato e dalla nomina di Enrico Letta come premier del nuovo governo. Il superamento della crisi politico-istituzionale ha spinto gli investitori a fare incetta di bond pubblici italiani, che comunque vengono acquistati per lo più da banche e assicurazioni della Penisola.