
Il destino di brevissimo periodo del cambio sembra così legato all’andamento del sentiment di mercato, in particolare all’altalena degli spread dei titoli di stato europei.
Il destino di brevissimo periodo del cambio sembra così legato all’andamento del sentiment di mercato, in particolare all’altalena degli spread dei titoli di stato europei.
Nonostante la smentita arrivata da Bottelli, gli analisti di Intermonte ritengono ancora elevata l’ipotesi che il gruppo decida di ricorrere ad una ricapitalizzazione, soprattutto alla luce dell’avverso scenario macroeconomico, che tra le altre cose rende complicato anche individuare il reale valore di Prelios.
Il target a 3 giorni resta compreso tra 1.3360 e 1.3350, ma nel breve periodo non è da escludere un rimbalzo tecnico in area 1.3480 – 1.35 considerando l’attuale fase di ipervenduto sul cambio.
I prezzi hanno raggiunto un minimo intraday a 1.3511, avvicinandosi al supporto di area 1.3480. Nel brevissimo periodo, se i prezzi riusciranno a mettersi alle spalle la micro-resistenza di area 1.3550-60, è probabile un ulteriore rimbalzo dai minimi di giornata fino a 1.3590 – 1.36, che costituisce una buona zona di vendita per riproporre dei deal ribassisti e da coprire con stop protettivi non eccessivamente ampi tra i 30 e i 50 pip.
Se, invece, dovesse avvenire un’accelerazione ribassista senza ulteriori rimbalzi tecnici, potrebbe essere interessante shortare sull’eventuale perdita di 1.3510 con primo target compreso tra 1.3480 e 1.3460.
Anche gli azionisti di Finmeccanica, quindi, come quelli di Unicredit, nel corso della prima parte del 2012 con ogni probabilità non riceveranno alcuna remunerazione.
La decisione di non distribuire alcun dividendo per l’esercizio in corso è contemplata nel piano industriale presentato ieri al termine della riunione del Consiglio di amministrazione, tuttavia Unicredit ha rassicurato i suoi azionisti spiegando che le decisioni prese sono destinate a rafforzare lo stato patrimoniale della banca e avranno tra i vari effetti un payout per i prossimi anni superiore a quello delle altre banche concorrenti.
Ad influire negativamente sull’andamento della divisa europea è stato soprattutto il calo registrato ieri dalle principali borse europee sulla scia del calo registrato dai principali titoli azionari delle banche del Vecchio Continente, nonché il forte aumento registrato sul fronte dei rendimenti dei titoli di Stato.
In altre parole, dunque, l’ammontare complessivo si è collocato nella parte alta della forchetta precedentemente indicata dal ministero dell’Economia e delle Finanze e che, ricordiamo, era compresa tra 1,5 e 3 miliardi di euro.