
La riunione del Cda è iniziata questa mattina alle 8:30, in particolare i membri del Consiglio hanno fissato il prezzo dell’operazione di ricapitalizzazione a 1,943 euro per azione.
La riunione del Cda è iniziata questa mattina alle 8:30, in particolare i membri del Consiglio hanno fissato il prezzo dell’operazione di ricapitalizzazione a 1,943 euro per azione.
L’inversione di tendenza è stata ricondotta in larga parte alla valutazione positiva arrivata dagli analisti, nonostante i dati negativi riguardanti le immatricolazioni auto Fiat a dicembre 2011 e durante l’intero anno appena trascorso, che hanno registrato rispettivamente una flessione del 19,7% e del 13,8%.
Ad influire positivamente sull’andamento del titolo sono le indiscrezioni di stampa secondo cui la holding finanziaria della famiglia Ligresti verrà presto salvata mediante un aumento di capitale da 400 milioni di euro, un’operazione verso la quale spingerebbe soprattutto Mediobanca, tra i principali creditori di Fondiaria Sai.
Il forte calo registrato dall’indice è da ricondurre in larga parte alle ingenti perdite che hanno interessato soprattutto il periodo compreso tra luglio e settembre, quando è stato registrato un netto peggioramento della crisi politica e finanziaria.
La società ha quindi scelto di portare a compimento il suo progetto di quotazione in Borsa nonostante le difficili condizioni di mercato, le stesse che determinano l’andamento del suo business.
Più nel dettaglio, saranno raggruppate 19.274.251.710 azioni ordinarie esistenti, prive di indicazione di valore nominale, cedola n.1, nel rapporto di 1 nuova azione ordinaria, priva di indicazione di valore nominale, ogni 10 azioni ordinarie esistenti prive di valore nominale, cedola n.33.
L’aumento di capitale oggetto della proposta deliberata dal Cda, come ha spiegato la stessa società attraverso una nota, è finalizzato a sostenere un’ulteriore fase di crescita della società.
La notizia è senza dubbio positiva non solo perché riguarda un anno che è stato caratterizzato da un difficile contesto macroeconomico ma anche alla luce dell’estensione nel 2011 a carico di Enel e delle altre aziende attive nel settore energetico della cosiddetta Robin Tax, che ricordiamo ha innalzato dal 6,5% al 10,5% l’addizionale Ires.
A seguito di tale acquisto, dunque, il numero di azioni nelle mani di Salini si attesta a 60.430.000. Il costruttore ha affermato che l’acquisto delle nuove azioni è stato dettato dalla volontà di porre in essere un investimento strategico finalizzato alla creazione di un grande gruppo europeo capace di competere in ambito internazionale.
L’istituto risulta ben posizionato anche dal punto di vista patrimoniale, con un Tier 1 Capital al 12,5% ed un eccesso di capitale per 10 milioni di euro, che rappresentano una garanzia sul fronte della generosa politica dei dividendi messa in atto dal gruppo.