
La protesta che ha coinvolto Egitto, Libano, Marocco, Libia e Algeria ha permesso una discesa sostanziale della quotazione del grano che del giro di due settimane è riuscita a perdere ben 12 punti percentuali.
La protesta che ha coinvolto Egitto, Libano, Marocco, Libia e Algeria ha permesso una discesa sostanziale della quotazione del grano che del giro di due settimane è riuscita a perdere ben 12 punti percentuali.
Anche se i media nazionali al momento non possono essere definiti attendibili, si parla di migliaia di morti, morti causati dall’attacco delle truppe militari comandate dal dittatore che ha voluto sparare razzi e bombe sopra i manifestanti. Voci dicono che Gheddafi abbia intenzione di bruciare i pozzi petroliferi esattamente come fece Saddam Hussein prima di scappare dopo l’invasione del Kuwait.
Il discorso si può tradurre anche per i CTZ il cui rendimento lordo si porta a 2,55% confronto al 2,626% ottenuto a fine Gennaio sempre per il periodo che va dal 31 Dicembre 2010 al 31 dicembre 2012.
Nell’ultimo trimestre dell’anno, l’istituto di credito transalpino ha registrato utile netto in calo del 48% a quota 442 milioni di euro.
La guerra civile esplosa in Libia, uno dei maggiori produttori di greggio a livello mondiale, sta facendo schizzare il prezzo dell’oro nero a livelli che non si vedevano da tempo.
Questo ha causato la morte di un numero non precisato di vittime oltre che aver causato una situazione di instabilità e incertezza economica finanziaria che ha fatto inevitabilmente aumentare il prezzo del petrolio che ha superato nelle scorse ore i 108 dollari al barile.
Nel corso dei mesi però l’opinione nei confronti di finanziamenti da parte di alcuni stati è stata via via declassata al punto che il presidente islandese Olafur Grimsson ha deciso di rifiutare il finanziamento di 5 miliardi di euro che gli avevano proposto Olanda e Gran Bretagna in cordata.
I principali prodotti speculativi come Oro, Argento e Petrolio hanno subito nei giorni scorsi importanti rialzi ed il prezzo del greggio si è attestato sopra i 91 dollari al barile abbandonando così il supporto a 85 dollari e se il prezzo dovesse sfondare quota 92,5 allora è probabile un allungo verso i 100 dollari al barile.
Il conto Bancoposta Click, infatti, a differenza del classico conto Bancoposta non ha alcun canone annuo, l’unico costo annuo da pagare è l’imposta di bollo dovuta per legge e che ammonta a poco più di 36 euro all’anno.
La notizia arriva ad un anno di distanza circa dalla sottoscrizione da parte delle due società di una lettera di intenti volta alla creazione di una joint venture in Russia per la produzione di autovetture e suv.