Efsf nessuna conseguenza sul rating dei paesi garanti

L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha affermato che i contributi al fondo di salvataggio Efsf non avranno alcuna conseguenza negativa sul rating sovrano dei paesi garanti.

La possibilità che tali giudizi subiscano una variazione al ribasso si potrebbe verificare solo nel caso in cui il fondo salva Stati dovesse ampliare il suo perimetro d’azione oppure nel caso in cui i paesi dovessero aumentare le loro garanzie.

Banche europee più sicure

In un articolo pubblicato oggi su La Repubblica, viene evidenziato il forte calo registrato dagli istituti di credito italiani nel corso degli ultimi quattro anni.

Ad oggi, infatti, le prime cinque banche del paese valgono circa 40 miliardi di euro in meno, mentre solo quattro anni fa sia Intesa Sanpaolo che Unicredit avevano un valore molto vicino ai 100 miliardi di euro, mentre dopo le perdite registrate ieri i due istituti hanno un controvalore rispettivamente di 17,68 e di 14,34 miliardi di euro.

Crisi euro e crollo mercati azionari

Un cortocircuito finanziario e valutario di proporzioni, dimensioni e gravità rilevanti. Questo è quello che da qualche mese a questa parte rischia tutta l’Eurozona. Sono molte le variabili, non solo di natura speculativa, che premono nella direzione per cui l’euro non sia più la moneta rappresentativa di Paesi, quelli europei appunto, che sono tra di loro diversi, troppo diversi.

Da un lato c’è il rigore della Germania, dall’altro la situazione disastrata e disastrosa della Grecia che ora, stando alle ultime notizie, mira a indire un referendum popolare per conoscere la posizione dei cittadini in merito alle nuove tranche di aiuti che, provenienti dal Fondo Monetario Internazionale e dall’Unione Europea, dovranno scongiurarne il default.

Crisi euro e debiti sovrani

Creare in Europa una rete di protezione tale da soffocare ogni tentativo di speculazione sia sull’euro, sia sui debiti sovrani dei cosiddetti Paesi periferici dell’Eurozona. Questo è quanto, già da tempo, ai piani alti di Bruxelles stanno cercando di mettere a punto.

Purtroppo però le risposte della politica sono decisamente più lente di quelle che sono le dinamiche dei mercati azionari e valutari, ragion per cui tra i veti incrociati, e l’opposizione ad oltranza, l’Europa rimane ancora priva di strumenti tali da difendere una moneta unica dalla quale è impensabile, pena un effetto domino dirompente, che qualche Paese possa uscirne.

Possibile downgrade rating Italia secondo Société Générale

Société Générale ha lanciato l’allarme su un possibile downgrade del rating dell’Italia. A spingere gli analisti della banca francese ad ipotizzare un imminente taglio del rating dell’Italia non è nessun nuovo accadimento, semplicemente si tratta di previsioni formulate sulla base di vicende già note, ossia i tagli all’outlook del nostro paese attuati di recente da alcune tra le principali agenzie di rating, l’evolversi della situazione e l’assenza di misure concrete che garantiscano un radicale cambiamento della situazione nel breve periodo.

Pro e contro degli Eurobond

Nel corso degli ultimi mesi l’attenzione del mondo politico e finanziario si è concentrata prevalentemente sul tema dei cosiddetti Eurobond, ossia delle obbligazioni del debito pubblico dei paesi della zona euro emesse da apposita agenzia dell’Unione europea e garantite dagli Stati facenti parte della zona euro.

Si tratta quindi di strumenti che hanno l’obiettivo di fornire un sostegno ai paesi europei colpiti dalla crisi del debito sovrano, ma sui quali non tutti hanno lo stesso parere.

Paesi a rischio default

L’intensificarsi dei timori su una possibile recessione globale hanno spinto gli investitori a cercare forme alternative di investimento rispetto ai titoli azionari e ad individuare quelli che sino gli Stati a più basso rischio default, in quanto si tratta di paesi decisamente più sicuri per i propri risparmi.

Ma quali sono i paesi più a rischio e quelli più sicuri? In base alla classifica riferita al secondo trimestre del 2011 e stilata da Cma Vision, in particolare, il paese in assoluto più a rischio default è la Grecia, con una percentuale di CPD (Cumulative probability of default) dell’80.6%.

Quali sono gli Stati a tripla A (AAA)

La scorsa settimana Standard & Poor’s ha declassato il rating degli Stati Uniti portandolo da AAA a AA+. L’agenzia di rating ha quindi eliminato gli Stati Uniti dalla lista dei paesi con rating a tripla AAA, circostanza che ha contribuito ad alimentare i timori degli investitori sulla stabilità economica del paese.

La situazione oltre oceano, tuttavia, non sembra essere migliore a causa della crisi del debito sovrano che sta interessando alcuni paesi della zona euro e che rischia di avere delle pesanti conseguenze sull’intera economia europea e sull’andamento dell’euro nei confronti delle principali valute di riferimento.

Investire sfruttando l’instabilità dei mercati

La forte instabilità dei mercati finanziari causata dalla crisi del debito sovrano e dal rischio recessione degli Stati Uniti preoccupa non poco gli investitori, timorosi di vedere ridursi notevolmente i profitti prospettati dai propri investimenti. Secondo alcuni analisti, tuttavia, questo momento di turbolenza dei mercati finanziari può essere sfruttato a proprio favore.

Gli esperti di Fidelity hanno infatti ricordato che i mercati asiatici e i mercati dei paesi emergenti godono di un’economia ben salda e di un indebitamento ben al di sotto del livello di guardia, motivo per il quale rappresentano un’ottima opportunità per gli investitori più propensi al rischio.