
Questo orientamento comune, dunque, favorisce inevitabilmente l’innalzamento del costo delle materie prime, basti pensare ai livelli record raggiunti dall’oro nell’ultimo periodo.

Questo orientamento comune, dunque, favorisce inevitabilmente l’innalzamento del costo delle materie prime, basti pensare ai livelli record raggiunti dall’oro nell’ultimo periodo.

A far perdere quota alla quotazione, tuttavia, non sono stati solo risultati deludenti rispetto a quelli conseguiti nello stesso periodo dello scorso anno ma soprattutto le previsioni della società in relazione all’esercizio in corso.

Nonostante il leggero recupero il governo giapponese si è detto insoddisfatto dell’andamento del mercato dei cambi e per questo ha fatto sapere di essere pronto ad intervenire nuovamente mediante apposite misure volte a fermare l’apprezzamento della valuta nipponica. Il ministro delle finanze giapponese, Yoshihiko Noda, ha infatti ancora una volta ribadito che il Giappone è pronto ad intervenire sul mercato valutario qualora ciò fosse assolutamente necessario.

L’ulteriore conferma, qualora ce ne fosse bisogno, arriva dall’improvviso pessimismo dei principali broker su Italcementi, già declassato ad agosto da Goldman Sachs insieme all’intero comparto. L’ultima banca in ordine di tempo è stata Banca Leonardo che lo scorso 20 ottobre ha tagliato il rating portandolo da “buy” a “underweight” e il target price da 7,5 a 6,5 euro. Gli stessi analisti, tuttavia, hanno confermato il rating “buy” sulle azioni di risparmio, anche se in questo caso il target price è stato portato da 5,3 a 4,7 euro.

Sono in molti, infatti, ad aver notato che l’incremento dei volumi è riconducibile soprattutto ai privati, al contrario di quanto avveniva in passato, quando a puntare sulle commodities erano solo operatori specializzati che agivano per conto di investitori istituzionali.

S tratta di un aumento di capitale di ammontare massimo pari a 2 miliardi di euro approvato dai consigli di gestione e di sorveglianza dell’istituto bancario e che probabilmente, nel caso in cui le necessarie autorizzazioni dovessero andare a buon fine, prenderà il via nel corso del primo trimestre 2011.

La conclusione del quotidiano britannico nasce soprattutto dalle recenti dichiarazioni di Unicredit, Intesa Sanpaolo e Monte dei Paschi di Siena, che hanno fatto sapere di non aver intenzione di disporre una ricapitalizzazione in vista dell’introduzione delle nuove regole relative alla trasparenza bancaria.

Nonostante una parte degli esperti non sia d’accordo, ritenendo al contrario che la soluzione migliore sia quella di investire andando ad includere nel proprio portafoglio investimenti rischiosi ma ad alto profitto e investimenti sicuri ma a basso profitto, sono ancora tante le persone che optano per la prima soluzione.

Questo, dunque, dovrebbe andare a determinare un nuovo apprezzamento del cambio dollaro-yuan. Ma quanto incide sull’euro la lotta tra dollaro e yuan?

I ricavi sono cresciuti del 20% a 92,5 miliardi di euro, l’utile operativo è passato da 1,5 miliardi a 4,8 miliardi di euro mentre gli utili ante imposte sono saliti a 5,44 miliardi contro 1,07 miliardi dello scorso anno. Per quanto riguarda il terzo trimestre, invece, Volkswagen non ha diffuso cifre specifiche, quindi tutto è rimandato a mercoledì prossimo, giorno fissato per la pubblicazione dei dati trimestrali.