Investire su Facebook

Negli ultimi anni il valore di Facebook è cresciuto rapidamente e gli esperti sono concordi nel ritenere che continuerà a salire anche nel corso dei prossimi anni. Per questo gli investitori e tutti coloro che sono soliti giocare in Borsa sono alla ricerca di un modo per puntare parte dei propri soldi sul social network più famoso al mondo.

Investire su Facebook, tuttavia, non è semplice. La quotazione in Borsa della società fondata da Mark Zuckerberg non arriverà prima del 2012, per cui al momento l’unico modo per acquistare azioni di Facebook è farlo su SharesPost e Second Market, oppure in alternativa è possibile rivolgersi a case d’investimento che hanno realizzato dei prodotti che includono quote di Facebook.

Comprare azioni in banca, attenzione ai costi

Comprare azioni in banca per giocare in Borsa può costare davvero caro. A dirlo è un recente studio dell’Università Bocconi di Milano, riportato da CorrierEconomia e realizzando tenendo conto dei dati su PattiChiari delle sei maggiori banche che operano in Italia (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banca Monte dei Paschi di Siena, Bpm, Bnl e Ubi Banca) e dei quattro principali istituti che operano online (Fineco, WeBank, Ing e IwBank).

Secondo lo studio, infatti, per investire 10.000 euro in azioni, considerando tutte le commissioni, si possono spendere oltre 150 euro all’anno e circa 124 euro in media, in altre parole il doppio rispetto all’acquisto di 10.000 euro di Btp, che costano al massimo 73,55 euro, e molto di più del costo di 10.000 euro di Bot, che costano al massimo 50,21 euro.

Rendimento Buoni Fruttiferi Postali 2011

I Buoni Fruttiferi Postali rappresentano un investimento semplice, sicuro e garantito. Si tratta, infatti, di titoli emessi dalla Cassa depositi e prestiti, garantiti dallo Stato italiano e collocati in esclusiva da Poste Italiane.

Esistono diverse tipologie di Buoni Fruttiferi Postali, i BFP ordinari e i BFPDiciottomesi possono essere sottoscritti sia in forma cartacea (da 50 euro e multipli) che in forma dematerializzata (250 euro e multipli). I BFP Indicizzati all’inflazione, a scadenza e i BFPPremia possono essere sottoscritti esclusivamente in forma dematerializzata (250 euro e multipli), mentre i BFP dedicati ai minori solo in forma cartacea.

Giocare in Borsa

La prima cosa da fare prima di iniziare a giocare in Borsa è tenere ben presente che, sebbene in gergo si usi chiamare così questa tipologia di investimento, non si tratta assolutamente di un gioco in quanto se non si prestano le dovute attenzioni si rischia di perdere tutto nel giro di poche ore.

Le perdite, dunque, possono essere piuttosto ingenti, ma quanto si può guadagnare? E’ una domanda a cui è pressoché impossibile rispondere, perché tutto dipende da diversi fattori, a cominciare dall’abilità nell’acquistare e nel vendere, dall’ammontare dell’investimento iniziale, dall’andamento del valore del titolo, dall’andamento del settore in cui rientra l’azienda e dalle notizie di attualità che influiscono sull’andamento dei mercati.

Investire nei paesi emergenti dopo crisi Libia e Egitto

Le turbolenze che hanno causato la crisi in Egitto e Libia rischiano di frenare la crescita dei paesi emergenti, non è un caso quindi che nelle ultime settimane gran parte degli investitori abbiano spostato parte del loro capitale dalle nuove economie a quelle sviluppate.

Nonostante è inevitabile che il difficile momento che stanno attraversando i paesi della parte settentrionale del continente africano influisca negativamente sulla crescita, i gestori sono concordi nel ritenere che non si può fare a meno di investire nei paesi emergenti.

Investire senza rischi nel 2011

Nella composizione di un portafoglio a basso rischio si deve indubbiamente tenere conto dei nuovi scenari, a partire dalle rivolte in Medio Oriente che hanno causato un netto incremento del prezzo del greggio e che hanno portato gli investitori a prendere in seria considerazione la possibilità che la situazione possa degenerare ulteriormente, facendo passare in secondo piano le preoccupazioni relative al debito sovrano dei paesi della zona euro.

Per questo è assolutamente necessario costruire un portafoglio capace di resistere a possibili terremoti. In questa tipologia di portafoglio non possono assolutamente mancare titoli legati al settore dell’energia e delle utilities, come Eni, Enel, Total e Gaz de France.

Investire nello yuan

Non sono per niente pochi gli investitori che vorrebbero puntare sullo yuan cinese, detto anche renmimbi, tuttavia per ora in Italia è impossibile farlo.

Gli investitori italiani, infatti, vorrebbero poter imitare i loro colleghi statunitensi che presso le due filiali di New York della Bank of China hanno aperto un deposito versando una somma di denaro che però non può superare i 20.000 euro all’anno. Lo scopo degli investitori statunitensi non è quello di speculare, dal momento che lo yuan non è negoziato sul mercato del Forex e secondo gran parte degli esperti non lo sarà almeno per i prossimi due anni.

Composizione portafoglio diversificato

Un’attenta diversificazione del proprio portafoglio consente di limitare i rischi e di cogliere diverse opportunità di investimento.

Un portafoglio ben diversificato, infatti, non comprende solo azioni e obbligazioni ma anche oro, materie prime, obbligazioni in valuta e liquidità. L’obiettivo, infatti, è quello di riuscire a generare un buon rendimento e al tempo stesso difendere il proprio capitale in qualunque condizione di mercato.

Composizione portafoglio ad alto rischio

Per coloro che sono disposti a rischiare pur di tentare di intascare un rendimento piuttosto elevato la ricetta del portafoglio ad alto rischio viene fornita per CorrierEconomia dagli analisti della società milanese di private banking Augustum Opus, presieduta da Giuliano Cesareo.

In questo caso il rendimento che si prevede di poter intascare è pari al 7%, ben più elevato rispetto al 2,4% prospettato dalla composizione del portafoglio a basso rischio.

Composizione portafoglio a basso rischio

Per chi vuole investire limitando al massimo i rischi derivanti dalle turbolenze del mercato la ricetta per la composizione di un portafoglio a basso rischio viene fornita per CorrierEconomia da Gianluca La Calce, general manager di Fideuram am.

In questo caso, in particolare, il 41,5% del proprio portafoglio deve essere investito in titoli italiani con scadenza 2013, in particolare il 21,1% su Btp e il 20,4% su Cct, una scelta dettata dalla convinzione che l’Italia sia uno dei paesi europei che presenta il miglior compromesso tra rischio limitato e rendimento.