
Il risultato operativo adjusted ha registrato un incremento del 13,9% passando da 12,99 miliardi a 14,8 miliardi di euro, così come pure è risultato in forte crescita l’utile netto, salito del 13,6% a 6,33 miliardi di euro.
Il risultato operativo adjusted ha registrato un incremento del 13,9% passando da 12,99 miliardi a 14,8 miliardi di euro, così come pure è risultato in forte crescita l’utile netto, salito del 13,6% a 6,33 miliardi di euro.
Figurano tra questi gli esperti di Barclays, che hanno alzato da 3,75 euro a 4,1 euro il prezzo obiettivo e ribadito rating “equalweight” (Neutrale). Gli analisti di S&P Equity ha invece confermato rating “sell” e target price a 4 euro, nonostante la decisione di migliorare le stime sulla redditività per il biennio 2013/2014. Dello stesso parere anche UBS, che ha confermato rating “sell”.
La revisione più drastica è senza dubbio quella decisa da Société Générale, che ha portato il rating da “buy” a “hold” e tagliato il prezzo obiettivo da 43 a 39 euro soprattutto a fronte dell’aumento delle stime sul debito di fine esercizio.
Nel periodo in esame l’utile netto si è attestato a 44,3 milioni di euro, in calo rispetto ai 47,02 milioni realizzati nel corso dei primi nove mesi del 2011. Al 30 settembre 2012 l’indebitamento netto è risultato in crescita a 335,9 milioni rispetto ai 265,3 milioni di euro registrati alla fine di settembre 2011.
Per contro, al 30 settembre 2012 l’indebitamento netto è calato a 105,1 milioni di euro dai 110,2 milioni di fine 2011 e dai 112,4 milioni registrati al 30 settembre dello scorso anno.
I ricavi hanno invece registrato una crescita dello 0,9% a 2,17 miliardi di dollari rispetto al precedente trimestre, tuttavia il confronto con lo stesso trimestre dello scorso anno evidenzia un calo superiore al’11%. Il margine lordo è risultato pari al 34,8%, in crescita di 50 punti base rispetto al precedente trimestre.
Il trading profit dovrebbe risultare pari a 500 milioni di euro, in calo rispetto ai 484 milioni del terzo trimestre 2011, in particolare il contributo di Cnh dovrebbe attestarsi a 375 milioni e quello di Iveco a 100 milioni di euro. Per contro, tuttavia, il debito netto dovrebbe aumentare a 2,1 miliardi dagli 1,9 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno.
Sia le stime del fatturato che quelle dell’ebitda sono in linea con i risultati realizzati nel precedente esercizio, mentre per il backlog le previsioni sono leggermente inferiori rispetto al dato relativo all’esercizio 2011/2012.
La banca d’affari statunitense, in particolare, pur ribadendo rating “buy” sul titolo ha deciso di limare il prezzo obiettivo in vista dei conti relativi ai primi nove mesi dell’anno, che ricordiamo verranno diffusi dalla società il 26 ottobre prossimo.
Bazoli ha infatti spiegato che nel corso dell’assemblea tenuta nei giorni scorsi è emerso come prevalente l’orientamento di procedere ad un’operazione di ricapitalizzazione ma di aspettare il piano industriale.