
Al contempo la società ha assicurato che qualora la trattativa con uno degli offerenti assuma una certa importanza si provvederà a darne immediata comunicazione al mercato, in base a quelle che sono le regole di trasparenza.
Al contempo la società ha assicurato che qualora la trattativa con uno degli offerenti assuma una certa importanza si provvederà a darne immediata comunicazione al mercato, in base a quelle che sono le regole di trasparenza.
Nel frattempo l’euro si è rafforzato anche grazie anche alla decisione dell’Irlanda di accettare di iniziare a collaborare con l’Unione europea e il Fondo Monetario Internazionale, una decisione interpretata come il primo passo verso il processo che porterà all’accettazione degli aiuti da parte di Dublino.
La banca, inoltre, intende rafforzare la sua presenza nell’Europa centro-orientale, in quanto l’allocazione del capitale dovrebbe passare dal 20% al 30%, concentrandosi soprattutto sui grandi mercati e tralasciando le piccole economie come Estonia, Lettonia e Lituania, dove Unicredit non è tra i maggiori istituti di riferimento.
Tra questi figura Paolo Martinello di Altroconsumo, che sottolinea come sia difficile un abbassamento delle tariffe al prelievo, in quanto rappresenta per le banche uno dei maggiori introiti.
La banca, inoltre, punta a raddoppiare il proprio Tier 1 a oltre 50 miliardi di franchi svizzeri nel medio termine, un obiettivo da raggiungere mediante un accantonamento degli utili e sacrificando i dividendi, anche dopo il ritorno alla redditività.
A rendere fragile l’auro, infatti, sono i timori relativi alla crisi del debito sovrano, accentuati dalla diffusione da parte dell’Eurostat dei dati relativi al deficit dei paesi europei e che vede tra i paesi più a rischio Grecia, Irlanda, Gran Bretagna e Spagna.
Contestualmente alla revisione al rialzo della raccomandazione sul titolo e del target price, Sogefi ha fatto sapere che di aver anche alzato le stime per Sogefi di circa il 5% per il periodo compreso tra il 2010 e il 2012.
Questa tipologia di investimento, infatti, promette rendimenti medi annui che, con un attenta diversificazione del proprio portafoglio di investimenti, possono arrivare nel prossimi 4-5 anni a raggiungere il 3,5%, una performance considerata non proprio eccezionale ma che rappresenta circa il doppio rispetto al tasso di inflazione corrente, pari all’1,7%.
L’Irlanda al momento è il paese su cui sono puntati gli occhi del mondo intero, mentre per l’Italia a far temere di più è soprattutto la potenziale crisi del governo e il secondo posto occupato in Europa in termini di debito.
In base a quanto riportato dall’istituto di statistica europeo, in particolare, il rapporto deficit/pil greco è stato pari a -5,7% nel 2006, a -6,4% nel 2007, a -9,4% nel 2008, per poi arrivare al -15,4% nel 2009.