
Nonostante questo Mediaset prevede di riuscire a distribuire ai suoi azionisti un dividendo pari a 35 centesimi di euro anche in relazione all’esercizio 2011.

Nonostante questo Mediaset prevede di riuscire a distribuire ai suoi azionisti un dividendo pari a 35 centesimi di euro anche in relazione all’esercizio 2011.

La quotazione, dunque, non ha risentito del taglio del prezzo obiettivo, probabilmente perchè la banca svizzera ha confermato la raccomandazione “buy” sul titolo.

Lo scorso anno Ubi Banca ha distribuito ai suoi azionisti un dividendo pari a 0,30 euro per azione, tuttavia si tratta di una cedola piuttosto bassa se si considera che il dividendo distribuito agli azionisti in relazione all’esercizio 2009 era stato pari a 0,45 euro e nel 2007 era stato pari a 0,95 euro.

La decisione è stata presa in sede di approvazione dei risultati realizzati dal gruppo nel corso del 2010, anno durante il quale Unipol è tornata all’utile dopo le perdite registrate nel 2009.

Ad incidere negativamente sull’andamento del titolo è anche il downgrade arrivato poche ore fa da UBS, che ha annunciato di aver tagliato il rating portandolo da “buy” a “neutral” ed il target sul prezzo da 5,20 a 4,70 euro.

Per farlo basta utilizzare una delle tante applicazioni online che consentono di giocare in Borsa per finta, in altre parole si simulano delle giocate facendo riferimento a quotazioni reali, in modo tale da comprendere bene il meccanismo prima di investire soldi veri.

Mediobanca, che ha confermato sul titolo rating “underperform” e target price a 3,10 euro, ha spiegato che la possibilità che l’istituto proceda ad una ricapitalizzazione si fa sempre più concreta, soprattutto se le condizioni di mercato rimarranno instabili.

A pesare sull’andamento della quotazione della compagnia assicurativa è soprattutto il bilancio 2010 diffusi ieri, che evidenzia un risultato consolidato negativo per 928,9 milioni di euro, in netto peggioramento rispetto alla perdita di 391,5 milioni del 2009.

Tra queste figurano soprattutto quelle che operano nel settore del lusso, tuttavia nonostante rientri in questo comparto Tod’s sembrerebbe non correre rischi.

L’accordo, dunque, da un lato consentirà a Premafin di attuare il rafforzamento patrimoniale della sua controllata e dall’altro permetterà a Unicredit di acquisire una stabile partecipazione di minoranza con l’obiettivo di beneficiare del suo investimento nel lungo periodo.